La prima osservazione di una manoscrittura ci parla immediatamente della sua naturalezza e spontaneità; tanto che secondo il Palaferri (cfr."Metodologia della perizia grafica su base grafologica" , ed. Giuffrè,1998,pag.11 e sgg.) "... il falso è riconoscibile anche indipendentemente dal confronto". In realtà il problema è quasi sempre più complesso ( poichè possiamo avere una scrittura apparentemente spontanea ma non naturale cioè apocrifa e una scrittura naturale non spontanea perchè molto controllata e strutturata) anche se l'esame preliminare và sempre condotto , sulle verificande prima di procedere ad altre operazioni.

Naturalezza e spontaneità sono, per così dire, "credibilità" ma non ancora autenticità , poichè si possono avere, ad es., i due casi più sopra descritti.

Nello specifico  sottolineiamo che dunque naturalezza e spontaneità non sono due termini sinonimi in perizia grafologica così come non lo sono etimologicamente : infatti abbiamo , dal latino,"libero" e/ "schietto,vero".

Una scrittura dunque può essere naturale se corrisponde alla natura del soggetto scrivente il quale però può essere condizionato , cioè non "libero", da inibizioni interne , impacci , condizionamenti che possono tradursi infine in una scrittura incerta e stentata. In conclusione una grafia naturale non è necessariamente spontanea ma anche una scrittura spontanea può esserlo artificalmente e cioè per dare una prima impressione di naturalezza e appunto spontaneità. 

Più recentemente si preferisce parlare di "immediatezza"  o meglio del grado di immediatezza ( cfr.Matranga V."La valutazione del grado di immediatezza" , laboratorio peritale A.G.I. , 2023) a partire dall'osservazione di alcuni parametri morfo-dinamici della scrittura e cioè , principalmente , : qualità delle linee,curvilineità,fluenza, continuità intra e/o interlettera , variazioni pressorie, tratti affusolati ad avvio e/o termine; presenza di ponti aerei,ridotta cura dei profili.

Quindi potremmo dire che i costrutti di "naturalezza e spontaneità" potrebbero risultare parametri troppo soggettivi per non evitare , appunto , di dare un giudizio non verificabile e confrontabile. Addirittura possiamo immaginare che una grafia naturale e spontanea potrebbe non avere i requisiti della immediatezza o che una grafia dissimulata può risultare immediata.

 Come procedere dunque? Certamente "salvare" l'importanza di una prima osservazione della manoscrittura , anche e soprattutto con strumenti adeguati all'approfondimento delle macroimmagini, ma poi procedere , in sospensione di giudizio (epochè) con un protocollo che ne evidenzi i fattori distintivi, la comparazione sul livello dinamico (ricercando l'omogeneità), selezionando via via ipotesi di autografia ed eterografia.