Spesso i genitori che si separano hanno difficoltà a comunicare ai figli la decisione o ritengono che parlarne non sia così importante ; noi riteniamo , viceversa, che lo sia molto e nella cornice della mediazione familiare sistemico relazionale dedichiamo risorse e attenzione a questo compito genitoriale.Spesso infatti al mediatore viene chiesto dalla coppia in crisi o in procinto di separarsi di essere aiutata nella comunicazione e nel passaggio che la porterà alla conclusione della relazione coniugale. La paura di essere causa di dolore ai figli si accompagna infatti al dolore personale , frequentemente vissuto in modo diverso dagli ex coniugi,di dover interrompere la relazione di coppia. Non è , d'altraparte , inusuale che al di là delle intenzioni genitoriali di comportarsi nella crisi avendo in mente il "bene" dei figli ci possa essere invece un'utilizzo strumentale di essi e un mantenimento della conflittualità con rischio di danno a lungo termine , ossia evolutivo degli stessi.

Ciò premesso risulta assai utile ,e costituisce momento topico della mediazione ,chiarire i tempi e i modi della comunicazione in contesto di crisi coniugale. A partire dunque , se non c'è stato ancora alcun accenno della separazione ai figli (... ma come dice la Dolto i bambini e i cani in famiglia sanno già tutto prima che i fatti avvengano! cfr. Dolto F. " Le parole dei bambini e l'adulto sordo", Mondadori,1991), dalla costruzione di una frase adatta al contesto specifico che sia il veicolo principale di un dire condiviso e che possa costituire la base su cui parlare e rassicurare circa l'evento separativo. Costruire questa frase  prevede che ci sia collabarazione ed attenzione alla storia e alle risorse della coppia perchè anche questo specifico momento della mediazione e della vita della coppia può diventare un momento di evoluzione verso il nuovo assetto con la ristrutturazione dei nuovi rapporti e contesti.

L'approccio sistemico relazionale simbolico legge i conflitti ( e i sintomi)come  il risultato di una complessa interazione tra esperienze soggettive , qualità delle relazioni interpersonali significative, capacità di autovalutazione (cfr.Gobbo D., Mattucci A.,"Come comunicare la separazione ai figli",Storie e Geografie Famigliari,n.21-22,Febbraio 2020,ed.Scione,Roma); a ciò si aggiunga che le famiglie e le organizzazioni e i gruppi hanno un ciclo vitale con compiti fase- specifici e che l'evoluzione di un sistema familiare può essere compreso nell'arco di almeno tre generazioni. La separazione di una coppia molto spesso viene letta come un fallimento ove invece sarebbe più corretto ed utile significarla come  la fine di un progetto che non riesce più ad essere rinnovato. Se questa fosse sempre la lettura anche i figli potrebbero viversi come il risultato positivo di una storia con valore.   Certamente occorre accettare , da parte dei genitori , che i figli soffrano e permettere loro di esprimere questa sofferenza. In questo specifico frangente i genitori devono mantenere ed espletare la loro competenza genitoriale attraverso il contenimento e la tolleranza del dolore dei figli evitando che questi vengano adultizzati o addirittura genitorializzati , proteggendoli da questioni che riguardano soltanto la coppia di ex coniugi e sollevandoli da colpe e responsabilità.  

La costruzione della "frase" è un lavoro su di sè e la propria storia di coppia con l'ausilio del mediatore ma che alla fine sarà un prodotto specifico della situazione con la condivisione di alcuni passaggi cardine. Essi partono dalla comunicazione che : "papà e mamma non siamano più", prosegue nell'affermazione "abbiamo deciso di separarci", si concretizza in "vivremo in due case diverse e voi trascorrerete il tempo in questo modo...", puntualizza che "non è colpa vostra" , chiarisce e conclude  che "non potete fare nulla per rimetterci insieme". La frase dunque non deve essere particolarmente articolata per poter essere incisiva e sfruttare al massimo la disponibilità all'ascolto e di attenzione che , in un momento di sofferenza, hanno una durata limitata. I genitori possono anzi dovrebbero esprimere la propria tristezza nel momento della comunicazione ai figli , senza privare i figli di un contenimento adulto , ma permettendo loro una espressione di emozioni e sentimenti legati al momento specifico.

La condivisione della frase da parte di entrambi i genitori è importante perchè trasmette comunque , anche attraverso la crisi , un ritratto ed esperienza genitoriale positiva e che cioè si separano come coniugi ma non come genitori. Anche il timing  della comunicazione è rilevante e dovrebbe avvenire quando  la decisione è stata presa  e l'uscita di uno dei due ex coniugi sia imminente : ciò per evitare che i figli vengano impegnati in una serie di comportamenti ed atteggiamento volti ad evitare l'evento. 

La cornice della mediazione familiare sistemico relazionale nella costruzione della frase e " delle parole per dirlo" nel momento della crisi coniugale che porta alla separazione è un'opportunità per "rimettere in gioco" i processi evolutivi della coppia genitoriale e della famiglia con le sue risorse di resilienza  evitando , come spesso accade, un lungo  e tortuoso percorso giudiziario in cui l'espressione della sofferenza inevitabile non riesce a trovare spazio incistandosi nelle pieghe della storia passata , presente e futura di quella famiglia.